Psicoterapia


Psicoterapia Breve Strategica

Chi l’ha detto che per guarire da problemi e sofferenze che durano ormai da anni, sia necessario intraprendere un percorso terapeutico altrettanto lungo  e essere disposti ad investire risorse economiche e di tempo non indifferenti?

La psicoterapia breve strategica, si differenzia  dalle psicoterapie tradizionali, poichè si avvale di interventi brevi ed efficaci.

Tale approccio si focalizza sul presente ed è  orientato alla co-costruzione di un futuro più funzionale.

Terapeuta e paziente analizzano insieme il qui e ora, soffermandosi su “come” funziona il problema oggi, senza andare alla ricerca dei perchè e delle cause più remote.

Obbiettivo principe della terapia è da un lato, cambiare la lente attraverso la quale il soggetto percepisce ed interpreta il mondo che lo circonda;

e dall’altro, individuare tutto ciò che mantiene il problema e interrompere quei schemi di comportamento disfunzional, attraverso la messa in atto di interventi strategici costruiti ad hoc sulla base delle caratteristiche della persona.

Lo sblocco della sintomatologia, in genere avviene entro la terza, quarta seduta.

 

Come nasce? origini e evoluzione:

La terapia breve strategica nasce in seguito alla teoria della comunicazione sviluppatasi in campo antropologico grazie agli studi di Gregory Bateson, agli sviluppi costruttivisti introdotti dalla cibernetica (Heinz von Foerster, Ernst von Glasersfeld) e agli studi sull’ipnosi e sulla suggestione di Milton Erickson. Nei tempi più recenti si deve alla feconda tradizione della Scuola di Palo Alto (Bateson, Jackson, Watzlawick, Weakland) la formulazione del modello strategico di psicoterapia breve. Negli anni ’70, infatti, il gruppo del MRI (The Mental Research Institute of Palo Alto) presenta alla comunità dei terapeuti i risultati del progetto “Brief Therapy Center”.

La terapia breve strategica, nella forma utilizzata attualmente, deve la sua formulazione alla collaborazione tra Paul Watzlawick e Giorgio Nardone, la quale ha portato l’evoluzione della terapia verso una forma di avanzata tecnologia terapeutica che ha dimostrato la sua sorprendente efficacia ed efficienza nella sua applicazione alle più invalidanti e persistenti forme di patologia (panico, fobie, ossessioni e compulsioni, disordini alimentari, presunte psicosi, etc.).

Il concetto fondamentale su cui si basa l’approccio della terapia breve strategica è costituito dalla convinzione che i disturbi psichici siano generati a partire dalle modalità percettive, emotive e cognitive che le persone assumono nei confronti della realtà favorendo, in questo modo, reazioni e comportamenti disfunzionali i quali, invece di risolvere, alimentano il problema di cui si soffre.

La terapia breve strategica ha come scopo principale la rottura di quel particolare circolo vizioso che si viene a creare tra la manifestazione del disturbo ed il comportamento disadattivo che la persona mette in atto nel tentativo di risolverlo, ma che finisce, invece, per alimentarlo ed aggravarlo ulteriormente. La struttura del metodo si esprime in 3 fasi:

  • Studio delle caratteristiche specifiche di un problema.
  • Rilevazione delle soluzioni già tentate per risolverlo.
  • Cambiamento delle soluzioni disfunzionali che, invece di risolvere il problema, lo alimentano, con altre che si sono sperimentalmente dimostrate funzionali agli effetti desiderati.